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4 Giugno 2023
18:00

Il bambino imperatore: come gestire un figlio che si sente il padrone della casa

Il bambino imperatore sfida l'autorità, vuole fare sempre ciò che gli va e assume comportamenti dispotici nei confronti di chiunque. Ecco come riconoscerlo, come imparare a gestirlo e in che modo prevenire certi atteggiamenti.

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Il bambino imperatore: come gestire un figlio che si sente il padrone della casa
bambino imperatore

Viziati, prepotenti e con un perenne atteggiamento di sfida nei confronti di genitori e adulti. Sono i bambini imperatore, piccoli tiranni a cui tutto e dovuto e che vanno in escandescenze se qualcosa non va secondo i loro desideri.

Non si tratta naturalmente di bimbi o adolescenti intrinsecamente cattivi, ma di figli non avvezzi ad essere contenuti entro certe regole e che finiscono a dettare legge in ogni aspetto del quotidiano – dai momenti gioco all'ora scelta per andare a letto  -senza una convinta opposizione da parte dei genitori, i quali finiscono spesso e volentieri per darle tutte vinte.

Chi è un bambino imperatore?

Questa definizione – di per sé molto eloquente – non si riferisce a giovani un po' bizzosi che ogni tanto fanno capricci o che saltuariamente si oppongono all'autorità, ma identifica bambini e ragazzi con un vero e proprio difficoltà comportamentali che impediscono loro di gestire le proprie reazioni emotive.

Un bambino imperatore:

  • Non è abituato a chiedere, ma ad esigere
  • Sfida costantemente i genitori, gli insegnanti o qualsiasi figura che voglia imporre una certa autorità
  • Non si prende mai le proprie responsabilità
  • Non accetta ad un "no" o a un'imposizione e non possiede l'autocontrollo necessario per frenare la propria frustrazione, finendo sempre per agire modo prorompente, con urla, pianti, insulti e atteggiamenti maneschi.

Non solo: un figlio imperatore riesce sempre a piegare mamma e papà al proprio volere, anche senza sfuriate o scenate, ma facendo leva su debolezze o eventuali sensi di colpa da parte del genitore. Riuscire in questo intento poi lo porta ad estendere simili atteggiamenti anche con tutti gli altri adulti e coetanei.

Per questa condizione si parla anche di "sindrome del bambino imperatore", una terminologia che però non deve far pensare a fattori genetici o alterazioni cognitive: non esiste il DNA del bambino imperatore e tutto può essere trattato (e risolto) entro gli argini di un giusto approccio educativo.

Come nasce un bambino imperatore?

Un bambino in età di sviluppo non deve imparare solo a parlare e a camminare, ma anche a gestire le proprie emozioni e arricchirsi di sempre più strumenti per regolare i propri stati d'animo e imparare a vivere nel mondo reale, il che si traduce con la necessità da parte degli adulti d'imporre gradualmente delle regole di comportamento.

Se tutto questo viene a mancare per i motivi più disparati (la paura da parte dei genitori di apparire troppo severi, l'incapacità di sopportare le reazioni del piccolo ecc…), il bambino si trova privato di fondamentali punti di riferimento per orientare le proprie azioni – perché, sì, i bimbi hanno bisogno di limiti e regole per crescere – e matura così la convinzione che tutto gli sia concesso.

"Se quando voglio qualcosa la ottengo subito – pensa il bambino imperatore – perché non dovrei arrabbiarmi quando ciò non succede?"

Come comportarsi?

La cosa migliore per evitare che un figlio assuma simili atteggiamenti rimane la prevenzione del comportamento stesso: fissare fin da subito poche ma precise regole (a letto alle nove, niente dolci prima dei pasti, solo mezz'ora di TV al giorno ecc…) traccia infatti un binario per le azioni del piccolo, il quale sa che oltre certi argini non può proprio sconfinare. Nessun eccesso di severità, solo quel tanto di disciplina che serve ad un bimbo che non sa – perché non può sapere – cosa sia meglio per sé stesso.

Se invece il bambino imperatore si è già manifestato in tutta la sua esuberanza, allora occorre rimboccarsi le maniche, armarsi di molta pazienza e fornire delle conseguenze al comportamento che limitino il fiorire di determinati atteggiamenti

Evitare lo scontro non serve a nulla, rimanda solo il problema. Ben vengano pianti e litigi, a patto di riuscirli a gestire mantenendo il punto, non cedendo più alle richieste irragionevoli e proponendo un rapporto maggiormente costruttivo.

È inutile mettersi a urlare o sculacciare a destra e manca, anche perché ciò aumenta il senso quel frustrazione che, come già accennato, il bimbo non è in grado di gestire. Molto meglio invece rimanere vicini (anche fisicamente) ai piccoli, spiegare loro la situazione con dolcezza e aiutarli a calmarsi, pur senza cedere sul rispetto della regola o sul compito da portare a termine (come lavarsi i denti o finire il bagnetto).

"Detronizzare" il bambino imperatore non significa dunque trasformarsi improvvisamente in granitici carcerieri pronti a mettere a pane e acqua il figlio o la figlia disobbediente, ma aiutare il piccolo ad accettare i motivi di eventuali divieti e favorire lo sviluppo dell'empatia: se infatti un bimbo impara a mettersi nei panni del prossimo, finirà necessariamente per ridurre le intemperanze e i comportamenti scorretti.

I rischi

Non intervenire sul comportamento dispotico di un figlio o una figlia può rivelarsi molto dannoso per il soggetto in questione. Crescere senza regole infatti rischia di formare adulti eccessivamente egoisti e auto-riferiti, privi d'interesse per i bisogni del prossimo e incapaci di rapportarsi in modo maturo con le esperienze negative che prima o poi incontreranno lungo il loro cammino, come una delusione amorosa o un errore sul posto di lavoro.

Da adulti, insomma, la corona da imperatore rischia di diventare davvero un fardello insostenibile.

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Niccolò De Rosa
Redattore
Dagli studi umanistici all'esperienza editoriale, sempre con una penna in mano e quel pizzico d'ironia che aiuta a colorare la vita. In attesa di diventare grande, scrivo di piccoli e famiglia, convinto che solo partendo da ciò che saremo in grado di seminare potremo coltivare un mondo migliore per tutti.
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