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22 Marzo 2024
12:30

Disturbi alimentari infantili: arfid, anoressia precoce e bulimia nervosa possono comparire già durante lo svezzamento

I disturbi alimentari possono comparire precocemente già quando i bambini sono molto piccoli e iniziano, con lo svezzamento, ad approcciarsi a diverse tipologie e consistenze di cibo. I fattori da indagare sono molti, le relazioni familiari, traumi passati, predisposizioni genetiche o problematiche dello sviluppo. Ma è importante non sottovalutare mai questi disturbi e contattare un team di esperti che aiutino il piccolo a risolverli.

A cura di Sophia Crotti
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Disturbi alimentari infantili: arfid, anoressia precoce e bulimia nervosa possono comparire già durante lo svezzamento
disturbi alimentari bambini

I disturbi alimentari non hanno età, possono insorgere quando si è adulti, in adolescenza, in gravidanza e persino quando si è neonati. È ormai appurato che i disturbi alimentari colpiscano i piccoli in sempre più tenera età, la Società Italiana di Pediatria (SIP) parla di disturbi che colpiscono i bambini già dai 5 anni di vita.

Troppo spesso si svaluta la selettività alimentare dei piccolissimi, considerandola normale o la semplice del comportamento diffidente dei genitori davanti ad alcuni piatti. Ma certi disturbi del comportamento alimentare, meno noti, come l’ARFID, l'anoressia nervosa precoce o la disfagia funzionale iniziano già con lo svezzamento, per il 25-50% della popolazione pediatrica. I bambini possono avere un rapporto negativo con il cibo per diversi motivi, psico-sociali, manie di perfezionismo, disfagia funzionale o paura di approcciarsi a pietanze nuove o già provate poiché temono di soffocare o sentirsi male.

I sintomi precoci dei disturbi alimentari

Il bimbo può iniziare già da neonato ad assumere un rapporto poco interessato al biberon o al seno materno. Seppur i neonati non siano in grado di parlare, manifestano i loro stati d’animo con i gesti e i versetti, se il bimbo sembra essere completamente disinteressato al latte materno o artificiale, potrebbe essere già un sintomo precoce di un rapporto problematico con il cibo.

neonato

Con lo svezzamento, però, il passaggio prima alle pappe liquide e poi alle consistenze solide che i bimbi potrebbero iniziare a mostrare una forte e stringente selettività alimentare. Questa è del tutto normale entro certi limiti, alcuni bimbi arrivano a disprezzare ogni pietanza, concedendosene solo uno o al massimo 10. Questo causa in loro fortissimi scompensi fisici che devono poi essere compensati dall'ingestione di integratori.

Quali sono i disturbi alimentari più comuni in età pediatrica?

Ecco alcuni dei disturbi alimentari che spesso si associano agli adulti ma possono comparire anche in età pediatrica.

Arfid

Il primo disturbo del comportamento alimentare che può insorgere nei bimbi già attorno ai 4 mesi è l’ARFID, sigla che sta per disturbo evitante-restrittivo dell'assunzione di cibo.

I piccoli non ne vogliono sapere di mangiare, non sono interessati e, se tenuti a digiuno, comunque non sentono o non riconoscono lo stimolo della fame.

I piccoli tendono poi a mangiare sempre e solo lo stesso cibo o una scarsissima gamma di alimenti, che non supera i 10, o in alternativa a mangiare sempre pochissimo. I sintomi sono il totale rifiuto del cibo, il disinteresse per i pasti e anche un senso di nausea che i piccoli manifestano già solo a sentire l’odore delle pietanze. Un altro sintomo comune è il desiderio di mangiare cibi sempre dello stesso colore. Le cause possono essere molteplici e necessitano di essere indagate con un team di specialisti, neuropsichiatri, nutrizionisti e terapisti:

  • mancato riconoscimento dello stimolo della fame
  • esperienza pregressa negativa con il cibo come un principio di soffocamento, una reazione allergica o una forte intossicazione alimentare
  • ritardi del neuro sviluppo
  • problemi fisici che impediscono al bambino di mangiare in serenità
  • imitazione del comportamento di altri che hanno un brutto rapporto con il cibo

I bimbi essendo molto piccoli non temono di ingrassare e non hanno nemmeno una percezione errata delle forme del proprio corpo, ma nonostante ciò a causa del disturbo non prendono peso, non crescono correttamente e necessitano di integratori alimentari.

Anoressia nervosa precoce

L’anoressia nervosa precoce è un disturbo del comportamento alimentare che insorge nei bambini quando sono più grandi, ma già attorno ai 3  anni può comparire. I bimbi oltre ad avere un evidente rapporto alterato con il cibo, lo hanno anche con il proprio corpo, che paragonano a quello degli altri.

anoressia

I piccoli potrebbero manifestare forte malessere all’idea dei pasti, chiedere di rinunciare a certi alimenti, essere ossessionati dal proprio peso, anche a causa degli standard fisici richiesti da alcuni sport. Quando arriva il momento del pasto mangiano molto lentamente e spezzettando in pezzi molto piccoli il cibo. Le cause possono essere disparate, l’influenza di qualcuno che è affetto da un disturbo alimentare, dinamiche relazionali complesse in famiglia, fattori genetici, traumi legati al cibo o eccessive manie di perfezionismo.

Tra i sintomi più comuni vi sono:

  • forte perdita di peso
  • capelli e unghie fragili
  • ritardo nello sviluppo puberale
  • bassa temperatura corporea (continui brividi di freddo)
  • pressione bassa e svenimenti
  • letargia

Bulimia nervosa infantile

La bulimia è un disturbo del comportamento alimentare che porta il bimbo ad abbuffarsi di cibo e poi a vomitarlo, senza dunque aver assunto i nutrienti necessari. L’esordio precoce si ha attorno agli 8 anni, il bimbo mangia e poi svuota il suo stomaco provocandosi il vomito.

bimbo vomita

Le cause possono essere svariate, genetiche, legate alle relazioni familiari del piccolo, all'incapacità di gestire lo stress che gli eventi e la crescita comportano o incapacità di regolare le proprie emozioni.

Cosa fare se il bimbo ha un disturbo alimentare?

La prima cosa da fare se sospettiamo che il piccolo abbia un disturbo alimentare è rivolgerci a un team di esperti, neuropsichiatra infantile, nutrizionista e terapista, insieme al pediatra possono lavorare per migliorare lo stato di salute del bimbo. Se è abbastanza grande da comprenderci possiamo cercare un dialogo costruttivo con lui, senza alterarci o mettere in atto ricatti emotivi per farlo mangiare a tutti i costi.

Le informazioni fornite su www.wamily.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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Sophia Crotti
Redattrice
Credo nella bontà e nella debolezza, ho imparato a indagare per cogliere sempre la verità. Mi piace il rosa, la musica italiana e ridere di gusto anche se mi commuove tutto. Amo scrivere da quando sono piccola e non ho mai smesso, tra i banchi di Lettere prima e tra quelli di Editoria e Giornalismo, poi. Conservo gelosamente i miei occhi da bambina, che indosso mentre scrivo fiduciosa che un giorno tutte le famiglie avranno gli stessi diritti, perché solo l’amore (e concedersi qualche errore) è l’ingrediente fondamentale per essere dei buoni genitori.
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