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1 Giugno 2023
10:00

Quando i genitori progettano la fuga: il parental burnout

Fare i genitori è un'esperienza meravigliosa ma talvolta può rivelarsi anche profondamente frustrante. Quando vengono cronicamente a mancare le risorse per fronteggiare le difficoltà potremmo trovarci di fronte al parental burnout, una condizione da non trascurare, provante sia per il genitore che la vive che per la famiglia.

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Quando i genitori progettano la fuga: il parental burnout
Psicologa e psicoterapeuta
parental burnout

Essere genitori può essere meraviglioso, appagante e entusiasmante. Tuttavia, può anche rivelarsi anche un'esperienza stressante e profondamente frustrante.

Ci sono delle giornate o dei periodi nella vita di un genitore in cui ci si sente scarichi, esausti, come se rincorressimo tutte le cose da fare senza vedere mai il traguardo. Questi momenti di stress sono comuni e normali nella genitorialità ma quando l'affaticamento supera una certa intensità e diventa cronico potremmo essere di fronte al cosiddetto parental burnout (PB).

Cos'è il parental burnout?

Con questa espressione si intende una sindrome da esaurimento che in ricerca si è iniziata a studiare nel 2007 (Lindhal-Norberg, 2007) e si manifesta con quattro sintomi principali che possono presentarsi uno dopo l'altro con l'aggravarsi della condizione:

  • Sentirsi estremamente esausti nel proprio ruolo di genitore. Questo esaurimento può essere sia fisico che emotivo.
  • Distacco emotivo dai propri figli, la sensazione di aver perso la connessione con loro (può capitare ad esempio di sentirsi meno reattivi alle loro manifestazioni di pianto o disagio)
  • Perdita dell'appagamento verso l'essere genitori, sensazione di essere stufi di questo ruolo e di tutte le azioni ad esso associate
  • Percezione di non essere più il genitore di una volta o di essere in netto contrasto rispetto ai propri valori legati alla genitorialità con conseguenti emozioni di vergogna e colpa che aggravano il quadro.

Come afferma Moïra Mikolajczak, ricercatrice che da anni si occupa di questo argomento, quando il genitore è in PB entra in "modalitá sopravvivenza": all'infuori delle necessarie routine quotidiane non riesce piú a investire nella relazione con i propri figli e tutto sembra essere un peso eccessivo da sostenere.

Nei casi piú severi il genitore puó arrivare a pensare alla fuga, avere ideazioni suicidarie o mettere in atto comportamenti di neglect o violenza verso i figli.

Come si arriva a questa condizione?

Al momento la teoria più accreditata è quella che parla di uno sbilanciamento tra fattori di rischio e risorse interne ed esterne al genitore.

Quando persiste una situazione in cui i genitori non dispongono delle risorse necessarie per fronteggiare i fattori di stress legati alla genitorialità sviluppano questa forma di burn out.

Quali sono i principali fattori di rischio evidenziati finora in ricerca? Secondo una metanalisi dello scorso anno sarebbero questi:

  • Disorganizzazione a livello familiare (es. mancanza di routine o ordine)
  • Povere risorse di regolazione e intelligenza emotiva
  • Poco supporto sociale e extrafamiliare 
  • Aspettative elevate e pressioni sociali sul ruolo genitoriale
  • Perfezionismo del genitore 
  • Disaccordo nella coppia genitoriale, mancanza di supporto nel co-genitore
  • Conflitto tra impegni di lavoro e familiari.

La buona notizia come dicono gli autori è che i fattori più difficilmente modificabili – come i fattori sociodemografici, il numero di figli o l'essere genitore single – hanno un peso minore rispetto a questi fattori elencati che sono invece abbastanza modificabili: é possibile lavorare su di essi anche attraverso interventi individuali come la psicoterapia o il sostegno alla genitorialitá.

Intervenire a livello individuale significa costruire risorse interne come strategie di gestione dello stress, modifica delle credenze personali che sostengono il perfezionismo, riorganizzare la routine familiare e riequilibrare doveri e momenti di riposo e svago imparando a selezionare.

La nostra società favorisce il burnout?

Anche il livello sociale merita una riflessione: il parental burnout varia molto nei diversi Stati e la sua incidenza è più alta nei Paesi occidentali dove campeggiano valori individualistici, il successo é definito a livello del singolo piuttosto che del gruppo, le aspettative e la pressione sul ruolo dei genitori sono sempre piú elevate e ci si sente sempre piú responsabili nel determinare il futuro dei figli.

Allo stesso tempo le famiglie sono più isolate e diminuiscono le risorse esterne come il sostegno extrafamiliare della famiglia allargata e della comunità.

Questo contesto può portare i genitori a stabilire standard elevati sia per sé stessi, sia nell’ambito familiare che in quello lavorativo/personale alimentando il perfezionismo che é uno dei principali fattori di rischio per il burnout genitoriale.

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