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26 Aprile 2023
15:30

Sindrome da alienazione parentale: sintomi, cause e come gestire al meglio questa situazione

La Sindrome da alienazione parentale o genitoriale (PAS in inglese) è una condizione che si manifesta quando un figlio minore, in fase di separazione o divorzio, rifiuta uno dei due genitori, su influenza dell'altro.

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Sindrome da alienazione parentale: sintomi, cause e come gestire al meglio questa situazione
Sindrome da alienazione parentale

La Sindrome da alienazione parentale è una situazione che si manifesta quando un bambino ha un vero e proprio rifiuto psicologico di uno dei due genitori. Questo meccanismo si innesca di solito per l'influenza dell'altro genitore ed è un rifiuto tipico di condizioni come la separazione dei genitori o il divorzio. In particolare quando questi non sono sereni, ma conflittuali.

Definita anche come Sindrome da alienazione genitoriale o PAS (dall'inglese Parental Alienation Syndrome) è una condizione psicologica disfunzionale che insorge nei figli minori in caso di separazione o divorzio dei genitori, soprattutto per l'affidamento. La condizioni si riconosce da segnali ben precisi, come il disagio provato dal bambino quando si trova con il genitore oggetto della sindrome.

Che cos'è la sindrome da alienazione parentale

Con l'espressione Sindrome da alienazione parentale o genitoriale (PAS in inglese) si intende il rifiuto di un figlio minore, soprattutto in fase di separazione o di divorzio, di uno dei due genitori, a seguito dell'influenza dell'altro genitore. Il concetto è stato introdotto per la prima volta dal medico statunitense Richard Gardner. Lo psichiatra forense e scrittore ha spiegato che questa condizione insorgerebbe nei figli minori in contesti di separazione e divorzio conflittuali, in particolare nel momento della decisione dell'affidamento dei figli. Questa la definizione data nel 1985:

Una forma di abuso emotivo, che si pone all’inizio di una cascata di eventi psichici, che ha solo l’origine nel trauma dell’esposizione continuata dei figli al genitore indottrinante, il quale gli trasmette un vissuto di minaccia incombente per l’avvicinarsi dell’altro genitore, nonché il suo odio patologico.
Richard Alan Gardner

Secondo Gardner, la PAS è un disturbo che si manifesta normalmente durante la decisione della custodia dei figli, quando la situazione tra gli ex coniugi non è serena. I figli minori, spinti da uno dei due genitori, definito genitore alienante, subirebbero un'influenza tale da perdere interesse verso l'altro genitore, definito genitore alienato. Arrivano a rifiutarlo, a dimostrare odio e disprezzo, a non considerarlo più tra gli affetti cari.

Per Richard Gardner è equiparabile a una violenza psicologica

Si tratterebbe di una specie di lavaggio del cervello da parte del genitore alienante nei confronti del genitore alienato, attraverso parole denigratorie e di disprezzo. Per Richard Gardner si tratterebbe di una vera e propria forma di violenza psicologica nei confronti dei figli.

Le strategie migliori per gestirla

Una volta individuata la Sindrome da alienazione parentale, riuscire a ritornare a una condizione "normale" non è facile. Lo psicologo che per primo ha definito tale condizione, suggeriva che l'unico rimedio possibile fosse allontanare temporaneamente il figlio dal genitore alienante, per aiutare il minore ad allontanarsi dai messaggi fuorvianti e dai comportamenti condizionanti nei confronti del genitore alienato. Così da riavvicinarsi a quest'ultimo.

La Sindrome è oggetto oggi di controversie nel mondo scientifico. Non esiste una definizione concreta e anche la diagnosi è difficile da avere, perché mancano strumenti utili per poterla individuare. Pochi anche gli studi empirici condotti sul tema, tanto che la PAS non rientra nei disturbi del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM V), ma è inserita in una sezione a parte chiamata “Altre condizioni che possono essere oggetto di attenzione clinica”.

Oggi la sindrome è trattata come disturbo della relazione famigliare tra genitori e figli

Per questo motivo, visto che si tende a considerare la condizione non più una sindrome psicologica ma un disturbo della relazione famigliare tra genitori e figli, la strategia migliore da adottare è quella che possa coinvolgere tutti i membri della famiglia, per indagare i legami esistenti e lavorare su questi.

Gli approcci più recenti, ideati anche grazie al contributo del dottor Craig Childress, specialista in Parental Alienation Dynamics, prevedono una strategia che si compone di 4 fasi: Rescue (Sottrarre), Recuperare (Recovery), Ripristinare (Restoration) e Riunificare (Re-unification).

  1. Rescue: il minore deve essere separato dal genitore alienante ed essere affidato alle cure dell'altro genitore o di un famigliare, perché potremmo essere in presenza di una genitorialità patogena
  2. Recovery: il minore deve recuperare la sua autenticità, con un supporto psicologico e una terapia di riappacificazione con il genitore alienato
  3. Restoration: dopo il recupero dell'autenticità del bambino, la relazione tra genitore e figlio deve essere riequilibrata, ripristinata, risolta
  4. Re-unification: dopo questi passaggi, si deve cercare di iniziare il processo di riappacificazione con il genitore alienante, precedentemente allontanato

Quali sono i primi segni e sintomi

La Sindrome da alienazione parentale inizia a insinuarsi quando uno dei due genitori inizia una campagna denigratoria nei confronti dell'altro. Arrivando, come sottolineato in precedenza, a fare un vero e proprio lavaggio del cervello ai figli minori. Accorgersi di tale condizioni non è semplice, perché a volte si tende a sottovalutare certi comportamenti ritenuti normali in un momento delicato come quello della separazione o del divorzio.

Gardner ha definito 4 criteri prima e altri 4 criteri poi per individuare la Sindrome:

  1. Il minore riferisce l'abuso se invitato dal genitore che denuncia
  2. C'è una contraddizione tra l'accusa del minore e la presenza confortevole del genitore accusato
  3. C'è una partecipazione litigiosa del genitore che denuncia
  4. Il minore tende a manipolare o ha un evidente bisogno di compiacere
  5. Difficoltà di transizione quando il figlio si separa dal genitore alienante per trascorrere del tempo con il genitore alienato
  6. Comportamento distruttivo o antagonistico quando il minore è con il genitore alienato
  7. Legame patologico con il genitore alienante
  8. Legame forte con il genitore alienato prima che il fenomeno di alienazione avesse inizio
alienazione parentale

I segnali più comuni di tale sindrome, da tenere in considerazione, sono di solito i seguenti da parte del genitore alienante:

  • Un genitore che ostacola l'altro nella frequentazione dei figli
  • Campagna denigratoria nei confronti dell'altro genitore
  • Parole degradanti e insulti rivolti all'ex partner, anche in presenza del figlio stesso
  • Tentativo di accondiscendere a tutti i desideri del figlio, anche quando l'altro è in disaccordo o senza interpellarlo nemmeno per decisioni importanti

Nei bambini, invece, notiamo:

  • Sensazioni di disagio quando sono insieme all'altro genitore, mai manifestate prima
  • Paura a rimanere da soli con il genitore alienato
  • Rifiuto del suo ruolo genitoriale
  • Attribuzione di colpe e responsabilità
  • Rabbia e disprezzo nei confronti del genitore denigrato

In seguito al comportamento dei genitori alienanti, i figli minori iniziano ad avere paura, a provare rabbia ingiustificata, ostilità, diffidenza nei confronti del genitore alienato. La conseguenza più grave è la fine di ogni rapporto con quest'ultimo e l'attribuzione di tutte le colpe e delle responsabilità di quanto accaduto tra i genitori proprio al genitore alienato.

Come si cura l'alienazione parentale

In caso di alienazione parentale, esistono diversi programmi di trattamenti, sviluppati negli Stati Uniti, al fine di risolvere il conflitto relazionale. I programmi di recupero più noti sono:

  • Transitional Site Programs (TSP), programma su tre livelli ideato da Gardner nel 1998 per far fronte ai casi più gravi (prevede che l'affidamento venga dato al genitore alienato)
  • Family Bridges, programma di intervento educativo che si compone di diverse fasi, ideato dallo psicologo americano Richard A. Warshak nel 2010, per recuperare sane dinamiche famigliari
  • Overcoming Barriers Family Camp, ideato nel 2010 da Deutsch, Sullivan, Ward: è un programma che si basa sul concetto di campo famigliare e che dà la possibilità a genitori e figli di condividere un'esperienza di cinque giorni in campeggio per ritrovarsi
  • Metodo Stephens, un trattamento ideato nel 2013 da Edward M. Stephensper che prevede l'inserimento del minore in una struttura per un lavoro intensivo che si esegue sui sentimenti di rabbia e odio provati verso il genitore alienato e quelli di lealtà verso il genitore alienante
  • Reconnecting Family Relationship, (Refare Program), un programma ideato da due psicologi italiani, Marco Pingitore e Alessia Mirabelli, nel 2018, che vuole recuperare la relazione tra figlio e genitore rifiutato
bambino simmetrico

Cosa dice la legge sull'alienazione parentale

La giurisprudenza in Italia si occupa dei casi di affidamento famigliare, quando sussistono i presupposti di alienazione genitoriale, seguendo il principio di bigenitorialità e di rispetto della vita famigliare. La priorità deve essere data al benessere del minore, tutelando al tempo stesso anche il rapporto tra il bimbo e il genitore alienato. Il minore deve essere ascoltato, per assecondare i suoi desideri e ascoltando le sue testimonianze.

La Suprema Corte più volte ha espresso il suo parere condannando i comportamenti screditatori posti in atto dai genitori alienanti, cercando di trovare una risposta alla conflittualità tra genitori in fase di affidamento.

Una pronuncia del 2013 della Corte di Cassazione ha confermato quanto deciso da un giudice territoriale che, riformulando la sentenza di primo grado, aveva disposto l'affidamento esclusivo alla madre, perché il padre aveva messo in atto dei comportamenti ostruzionistici per demolire l'altra figura genitoriale. I figli si erano infatti allontanati da lei e, grazie a una relazione psichiatrica dell'Asl, i giudici avevano stabilito l’esistenza di una “sindrome da alienazione parentale”. (Cass. Civ. 8.03.2013, n. 5847).

Pronunce sfavorevoli

Ha fatto discutere l'Ordinanza n. 9691/2022 della Suprema Corte di Cassazione. Il fatto si riferisce al caso di una madre a cui era stata tolta la responsabilità genitoriale del figlio. Il fine era quello, dopo un trasferimento in una casa famiglia, di fargli recuperare la frequentazione con il padre, allontanandolo dalla madre e dalla sua famiglia.

La Corte di Cassazione ha stabilito che vanno tutelati l'interesse del minore e il diritto alla bigenitorialità. Quindi bisogna anche valutare come si è comportato il genitore alienante per capire se possa essere responsabile del cattivo rapporto tra il minore e l'altro genitore. La Cassazione ha stabilito che non si può usare la forza per sottrarre il minore al genitore a cui è stato affidato e alla sua casa, per andare a vivere in una casa famiglia.

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